Storia
Il Novecento, il "vino tipico" di Bardolino
è tra i primi a ottenere la doc.
Capitolo 1.3
Capitolo 1.3.1
Nel Novecento la notorietà del Bardolino come ben caratterizzato “vino tipico” è considerevole: con tale definizione lo premia negli anni ‘20 la Mostra Campionaria Vini Veronesi di Verona. Nel 1926 viene costituito il “Consorzio di difesa del vino tipico Bardolino”.
Nel 1931 la Regia Stazione sperimentale di Conegliano descrive il Bardolino come “asciutto, giustamente tannico ed acido, un po’ sottile di corpo ma sapido”.
Capitolo 1.3.2
Nel 1935 Paolo Monelli racconta il Bardolino come “grazioso, lieve, salatino, di lucido colore”. Negli anni ’40 e ’50 bottiglie di vino etichettate come “Bardolino” o “Bardolino Extra” vengono esportate negli Stati Uniti. Nel 1961 Luigi Veronelli, nella guida “I vini d’Italia”, definisce “simpatico” il Bardolino. Nel 1964, in un libretto dedicato a Bardolino, Franca Cipriani dice che il vino del luogo è “apprezzato ormai in tutto il mondo grazie anche all’opera svolta da serie case vinicole locali”.
A motivo della sua popolarità, prima dell’istituzione della doc il Bardolino è fra i vini italiani più imitati. Scrive Zeffiro Bocci: “Durante quel periodo che possiamo delimitare tra il 1950 e il 1960, il Bardolino – il risvolto amaro della celebrità – è stato il vino più ‘plagiato’ d’Italia”.
Capitolo 1.3.3